A riconoscimento del ruolo svolto dalla famiglia Mastroberardino nella difesa e valorizzazione dei vitigni autoctoni, nel 1996 la Soprintendenza Archeologica di Pompei, sotto l’alto patronato della Presidenza della Repubblica Italiana, ha affidato a Mastroberardino il progetto di recupero delle antiche tecniche di viticoltura a Pompei.
In circa un ettaro all’interno degli scavi di Pompei, è stato possibile impiantare vigneti a base piedirosso e sciascinoso, seguendo scrupolosamente le tecniche di allevamento degli antichi romani, prima che il Vesuvio, con l’eruzione del 79 d.C. seppellisse la città.
Da queste vigne nasce un vino, Villa dei Misteri, la cui prima annata, 2001, venne collocata all’asta e distribuita tra appassionati di ogni parte del mondo.
I proventi furono utilizzati per sostenere il recupero della Villa dei Misteri, uno dei più suggestivi siti archeologici di Pompei. Successivamente il progetto è stato ampliato e all’originaria scelta varietale si è aggiunto l’aglianico, impiantato ad alberello.
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Superficie delle vigne: 1,5 ettari
Suolo: vulcanico, a tessitura sabbiosa
Vitigni coltivati: Piedirosso, Aglianico e Sciascinoso
Densità di impianto (ceppi/ha): 7.000
Sistema di allevamento: “vigne a palo” (tecnica di allevamento utilizzata dagli antichi Romani) e alberello
Esposizione: Sud
Altitudine: 30 metri s.l.m.
Vini prodotti :
Villa dei Misteri Rosso Pompeiano IGT